Uomini contro 21 – 27

Uomini contro – 21 – Giovanni Maria Mastai Ferretti, divenuto Papa col nome di Pio X, l’8 dicembre 1864 promulgò l’enciclica “Quanta cura”, allegata alla quale vi era il “Sillabo”, una raccolta di 80 proposizioni relative a quelli che egli riteneva essere gli errori principali della sua epoca. Tra queste la terza recita: «La ragione umana è l’unico arbitro del vero e del falso, del bene e del male indipendentemente affatto da Dio; essa è legge a se stessa, e colle sue forze naturali basta a procurare il bene degli uomini e dei popoli». Al di là dell’aspetto religioso della questione, non si può che approvare una forte reprimenda nei confronti dello strumento che sta ammorbando il pianeta.

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Uomini contro – 22 – Fëdor Dostoevskij non fu un filosofo secondo i canoni comunemente riconosciuti, ma si è certamente avvicinato a porzioni di verità più di tanti altri pensatori. «Vi giuro, signori, che aver coscienza di troppe cose è una malattia, una vera e propria malattia. Per i bisogni dell’uomo sarebbe d’avanzo una comune coscienza umana, ossia la metà, la quarta parte di quella che tocca a un uomo evoluto del nostro infelice diciannovesimo secolo … » (Ricordi dal sottosuolo) Ecco una bella dichiarazione di avversione nei confronti del progresso! Poco più avanti è ancora più esplicito: « … sono fermamente convinto che non soltanto una coscienza eccessiva, ma la coscienza stessa è una malattia.» La coscienza dell’uomo, modificata geneticamente, ha accumulato troppe cognizioni ed ha iniziato ad alterare l’equilibrio dell’ambiente, l’omeostasi di tutte le cellule che compongono l’organismo “biosfera”.

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Uomini contro – 23 – Come tanti altri autori Friedrich Nietzsche elaborò in gioventù quella sua personale dicotomia tra istinto e ragione che poi avrebbe sviluppato con una infinità varietà di sfumature. Nella “Nascita della Tragedia” questa dicotomia si incarnò in Dioniso e Apollo. È del 1873 “Su Verità e Menzogna in senso extramorale”. L’incipit di tale opera è di una folgorante potenza illuminatrice: «In un angolo remoto dell’universo scintillante e diffuso attraverso infiniti sistemi solari c’era una volta un astro, su cui animali intelligenti scoprirono la conoscenza. Fu il minuto più tracotante e più menzognero della “storia del mondo”: ma tutto ciò durò soltanto un minuto. Dopo pochi respiri della natura, la stella si irrigidì e gli animali intelligenti dovettero morire.» Ecco descritto magistralmente l’istante in cui la cellula sana uomo si trasformò in cellula malata, originando la carcinogenesi che sta divorando il pianeta!

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Uomini contro – 24 – Lev Sestov fu un filosofo ucraino di origini ebraiche nato nel 1866. Visse a Parigi dal 1921 fino alla morte, avvenuta nel 1938. Fece della sua vita e del suo insegnamento una lotta contro la ragione. Rivalutò in tale ottica pensatori come Tertulliano, Pier Damiani e Lutero. Tra i suoi contemporanei predilesse Kierkegaard, Nietzsche e Dostoevskij. La sua opera più importante fu “Atene e Gerusalemme”, in cui esalta la seconda contro gli errori indotti dalla prima. Il suo limite, secondo una visione cancrista della realtà, fu di contrastare la ragione in nome della fede, mentre è da condannare semplicemente per i danni che causa alla biosfera.

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Uomini contro – 25 – Emil Cioran fu misantropo per eccellenza, al punto da titolare uno dei suoi libri più famosi “L’inconveniente di essere nati”. In questa opera, del 1973, si trova la celebre invettiva: «Alberi massacrati. Sorgono case. Facce, facce dappertutto. L’uomo è il cancro della terra.» Nel 1969 ne “Il funesto demiurgo” aveva scritto «Come una cancrena, la carne si estende sempre più sulla superficie del globo». Più esplicito di così!

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Uomini contro – 26 – Il filosofo norvegese Peter Wessel Zapffe ci ha lasciato una descrizione dell’uscita dell’uomo dallo stato di natura di rara intensità. «Cos’era successo? Una breccia nella profonda unità della vita, un paradosso biologico, un abominio, un’esagerazione di portata disastrosa. La vita aveva superato il suo obiettivo, staccandosi via dal resto. Una specie troppo pesantemente armata di uno spirito possente, era divenuta una minaccia per la propria salvezza … Nonostante i suoi nuovi occhi, l’uomo era ancora radicato nella materia, la sua anima imbastita di essa e subordinata alle sue cieche leggi. Eppure egli poteva vedere la materia come estranea, comparare se stesso a tutti i fenomeni e sentire i propri processi vitali. Egli torna alla natura come un ospite non invitato, invano stendendo le mani per implorare una riconciliazione con la propria fattrice: la natura non risponde più. Essa ha realizzato un miracolo con l’uomo ma non lo riconosce più. Egli ha perso diritto di residenza nell’universo, ha mangiato il frutto dell’Albero della Conoscenza ed è stato espulso dal Paradiso. Egli ha potere sul mondo ma lo maledice, avendolo preso in cambio dell’armonia della propria anima, della propria innocenza, dell’intima pace nelle braccia della vita.» Qui l’intero saggio

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Uomini contro – 27 – Un autore che ha puntato l’indice sull’evoluzione subìta dal nostro cervello per spiegare la causa di tutti i nostri mali è stato Arthur Koestler. Ne “Il Fantasma dentro la Macchina” afferma che «l’evoluzione è stata paragonata a un labirinto di vicoli ciechi, e non c’è nulla di strano o improbabile nella tesi che la dotazione originale dell’uomo, ancorché superiore a quella di ogni altra specie vivente, contenga tuttavia qualche errore o carenza che lo predispongono all’auto-distruzione.» Ne “Il Principio di Giano” precisa che a suo avviso questa patologia è originata dal “disordine mentale” causato dallo « … sviluppo esplosivo della neocorteccia umana e la sua insufficiente capacità di controllare il vecchio cervello … » Detto in altre parole, l’anomalia evolutiva concretizzatasi nella neocorteccia ci ha trasformati da cellule “sane”, in armonia con la natura, in cellule “maligne”, ostili alle altre forme di vita e sovente ostili anche alla nostra stessa forma di vita, cellule cancerose il cui unico scopo è di estendere il nostro dominio ai danni di ogni altra realtà circostante.

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