Le grandi metastasi – 1 – Ogni impero è di per sé espansivo. Quello Romano costruì strade in tutta Europa e vi fece marciare le sue legioni per conquistare i popoli cosiddetti barbari. Percorrendo queste vie le cellule cancerogene più aggressive raggiunsero i tessuti ancora sani del continente e diffusero ovunque il male, deforestando e sterminando intere specie animali. Noi oggi godiamo i frutti di quella attività, ma fino a quando? E le realtà soppresse non avevano diritto alla vita?
Le grandi metastasi – 2 – Nel ‘500 iniziò la conquista del Nuovo Mondo. Tutte le Americhe furono aggredite dalle cellule cancerogene europee e i nativi furono sterminati o fagocitati. Spagna e Portogallo si accanirono contro i popoli del Centro e Sud America. Fu una delle più imponenti operazioni metastatiche della storia. Anche i nativi americani si sarebbero trasformati col tempo in cellule cancerogene aggressive, ma al momento della conquista la loro malignità nei confronti della natura era limitata, e per tale motivo furono sconfitti e sottomessi.
Le grandi metastasi – 3 – L’azione militare dei “conquistadores” fu sempre seguita da quella ideologica dei missionari. Ai primi spettava il compito di sottomettere i “barbari” con la forza, ai secondi di sradicarli dalle loro tradizioni religiose – spirituali per farli divenire cellule cancerogene a tutti gli effetti. Per comprendere appieno il significato di queste parole rinvio ai capitoli 14, 15 e 16 de “IL CANCRO DEL PIANETA”. La lettura di questo libro offre un’interpretazione nuova di tutta la storia dell’umanità e ribalta di 180 gradi i convincimenti più accreditati e diffusi sul mito del progresso e della cosiddetta civiltà.
Le grandi metastasi – 4 – Tutta la società statunitense è ancora permeata dalla cultura della “Conquista del West”, il mito della frontiera che si sposta sempre in avanti, simbolo di un progresso senza fine. In realtà tale conquista rappresentò una delle più gravi metastasi staccatasi dal focolaio cancerogeno europeo. Le cellule maligne “visi pallidi” aggredirono e distrussero le cellule autoctone, umane e animali. Armi da fuoco, ferrovie, strade e bevande alcoliche fecero il resto. Ed ora l’epicentro del cancro del pianeta vive in quel continente.
Le grandi metastasi – 5 – Una delle vicende più infauste della storia umana è rappresentata dalla tratta degli schiavi dall’Africa alle Americhe. Questa metastasi non si propagò sui tessuti delle cellule che intendeva aggredire, ma al contrario estirpò quelle cellule dai tessuti in cui risiedevano e le trapiantò nei nuovi tessuti da poco conquistati. Qui gli schiavi di colore (più forti e resistenti delle indolenti popolazioni locali) vennero a lungo sfruttati in catene, e poi furono aggrediti dal male del progresso, al punto che oggi anch’essi sono cellule cancerogene del pianeta a tutti gli effetti.
Le grandi metastasi – 6 – Dall’Europa nel 1800 si staccò tutta una serie di metastasi che andarono ad aggredire Africa ed Asia. Gli inglesi furono i più attivi in questa attività, ma spagnoli, portoghesi, francesi, olandesi, belgi e poi anche tedeschi e italiani fecero la loro parte. Fino alla seconda guerra mondiale tutti i Paesi europei sfruttarono i loro imperi coloniali. La cosiddetta civiltà che portarono in cambio altro non era che la malignità tumorale della loro cultura antropocentrica. E quando iniziò la decolonizzazione ormai il male era fatto e i tessuti sani si erano corrotti.
Le grandi metastasi – 7 – Il ‘900 è stato il secolo di due guerre mondiali, le più vaste e cruente di tutta la storia umana. Ma ai fini dell’analisi che stiamo conducendo sulla malignità di Homo sapiens, il ‘900 si è dimostrato il secolo più infausto di sempre a causa dell’avvento di internet, la rete sinaptica che ha connesso le cellule cancerogene di tutto il mondo. I dati a disposizione di ogni cellula sono aumentati a dismisura, e così la potenza elaborativa di ogni cervello si è moltiplicata, creando veramente una “rete mondiale”: non è più neanche il caso di parlare di metastasi, il cancro oramai è veramente diffuso in tutto il corpo di Gaia.