Uomini contro 11 – 20

Uomini contro – 11 – Gli Stolti in Cristo praticavano una forma di ascetismo del tutto particolare che prendeva spunto da due passaggi della Lettera ai Corinzi di San Paolo. «… Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono …» «Noi stolti a causa di Cristo, voi sapienti in Cristo; noi deboli, voi forti; voi onorati, noi disprezzati. Fino a questo momento soffriamo la fame, la sete, la nudità, veniamo schiaffeggiati, andiamo vagando di luogo in luogo, ci affatichiamo lavorando con le nostre mani. Insultati, benediciamo; perseguitati, sopportiamo; calunniati, confortiamo; siamo diventati come la spazzatura del mondo, il rifiuto di tutti, fino ad oggi.» Vagavano senza meta vestiti da straccioni e provocavano il disprezzo dei benpensanti pronunciando frasi senza senso. Un bell’esempio di ripulsa della ragione!

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Uomini contro – 12 – Il più accanito avversario della ricerca di una giustificazione razionale alla fede e del libero arbitrio è stato Martin Lutero, che ebbe a dire: «Tommaso ha scritto molte cose eretiche ed è per causa sua che ora regna Aristotele, il distruttore della pietà». Fare appello alla fede contro la ragione, seppur concettualmente sbagliato, rappresenta un’azione in grado di produrre qualche lieve mitigazione al male che affligge la Terra. Di tale appello Lutero fu maestro. Secondo Lev Šestov «… Lutero sfugge Atene … tutto il suo essere aspira a Gerusalemme. La ragione, che noi consideriamo come la nostra luce naturale, ci porta alla rovina.»

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Uomini contro – 13 – Blaise Pascal, nonostante la brevità della sua vita (morì a soli 39 anni), è stato dapprima eminente scienziato e poi, tacciando di inutilità i suoi studi anteriori, è divenuto insigne filosofo. «Avevo passato molto tempo nello studio delle scienze astratte e il poco di lumi che è possibile averne me ne aveva disgustato. Quando ho cominciato lo studio dell’uomo, ho visto che queste scienze astratte non sono proprie dell’uomo e che mi sviavo maggiormente dalla mia condizione penetrandovi, che gli altri ignorandole. Ho perdonato agli altri di saperne poco, ma ho creduto di trovare almeno molti compagni nello studio dell’uomo, e che questo fosse il vero studio che gli sia proprio. Mi ingannavo. Ve ne sono ancora meno che lo studiano, che non la geometria. È solo per non saper studiare l’uomo che si cerca il resto. Ma non è forse vero che non è neppur questa la scienza che l’uomo deve avere e che è meglio per lui ignorarsi per essere felice?» Che bel rifiuto della ragione umana! Che ammirevole inno al mondo della natura e al regno animale!

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Uomini contro – 14 – Jean Jacques Rousseau vero precursore della teoria “uomo = cancro del pianeta”: «…la maggior parte dei nostri mali sono opera nostra, e … li avremmo evitati quasi tutti conservando la maniera di vivere semplice, uniforme e solitaria che ci era prescritta dalla natura.» «Se essa ci ha destinati a essere sani, oserei quasi assicurare che lo stato di riflessione è uno stato contro natura, e che l’uomo che medita è un animale depravato.» «Tutto è bene quando esce dalle mani dell’Autore delle cose, tutto degenera fra le mani dell’uomo. Egli (l’uomo, n.d.a.) sforza un terreno a nutrire i prodotti di un altro, un albero a portare i frutti di un altro; mescola e confonde i climi, gli elementi, le stagioni; mutila il suo cane, il suo cavallo, il suo schiavo; sconvolge tutto, sfigura tutto, ama la deformità, i mostri; non vuol nulla come l’ha fatto la natura, nemmeno l’uomo …»

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Uomini contro – 15 – Giacomo Leopardi, il sommo poeta, fu ben disincantato sulla presunta superiorità di Homo sapiens. Osservando il mare di ginestre affiorante sulle pendici del Vesuvio ebbe a ricordarci che «non ha natura al seme dell’uomo più stima o cura che alla formica» «…Dove tu siedi, o fior gentile, e quasi / I danni altrui commiserando, al cielo / Di dolcissimo odor mandi un profumo, / Che il deserto consola. A queste piagge / Venga colui che d’esaltar con lode / Il nostro stato ha in uso, e vegga quanto / È il gener nostro in cura / All’amante natura. E la possanza / Qui con giusta misura / Anco estimar potrà dell’uman seme, / Cui la dura nutrice, ov’ei men teme, / Con lieve moto in un momento annulla / In parte, e può con moti / Poco men lievi ancor subitamente / Annichilare in tutto. / Dipinte in queste rive / Son dell’umana gente / Le magnifiche sorti e progressive…»

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Uomini contro – 16 – Henry David Thoureau fu il cantore della natura selvaggia: «Se non producessimo traversine e non fabbricassimo rotaie, lavorando di giorno e di notte, ma ci mettessimo invece ad aggiustare la nostra vita per migliorarla, chi più costruirebbe ferrovie? … Ma se stiamo a casa e badiamo ai fatti nostri, chi mai avrà bisogno di ferrovie?» «Ho sempre rimpianto di non essere saggio come il giorno che venni alla luce.» «Se ci limitiamo ai libri, siano pure i più scelti e i più classici … corriamo il pericolo di dimenticare il linguaggio che parlano tutte le cose e gli eventi …» «Sarei felice se tutti i prati della terra fossero lasciati allo stato selvaggio, e che questa fosse la conseguenza del fatto che l’uomo ha cominciato a redimersi.» Redimersi dalla ragione, folle illusione! Il processo cancerogeno, una volta avviato, è irrefrenabile …

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Uomini contro – 17 – I luddisti contro il progresso. Nel 1811 in Inghilterra un gran numero di piccoli artigiani prese a distruggere a martellate le macchine tessitrici a vapore che la nascente rivoluzione industriale stava imponendo. Era il movimento luddista, che difendeva il modo di lavorare manuale ereditato dalle vecchie generazioni. Così facendo quegli uomini rifiutavano il progresso e per tale motivo la loro rivolta, a differenza di tante altre, è rimasta emblematica. Scagliandosi contro i marchingegni che portavano via il loro lavoro, i luddisti in pratica rifiutavano il progresso e la ragione umana evoluta.

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Uomini contro – 18 – Una frase di Goethe pone il sommo poeta tedesco al vertice di coloro che puntano l’indice contro ragione come causa di ogni male. Nel Faust Mefistofele dice: «Il piccolo dio del mondo (l’uomo) resta sempre lo stesso, bizzarro come il primo giorno. Egli vivrebbe un po’ meglio se tu (Dio) non gli avessi dato il riflesso della luce celeste, ch’egli chiama ragione e usa soltanto per essere più bestia di ogni bestia.» E poi: «Io non somiglio agli dèi! No, troppo bene lo sento, io somiglio al verme che si muove nella polvere, e mentre in essa vive e si nutre, vien schiacciato e sepolto dal passo del viandante.» Se l’uomo avesse ben chiara la consapevolezza di questi suoi limiti, non si affannerebbe a cercar di modificare la realtà che lo circonda, saprebbe di non essere in grado di gestire tutte le mutazioni che intende introdurre e si accontenterebbe di lasciare ogni cosa al suo posto. Ed ecco l’affondo contro l’abnorme evoluzione patìta dal nostro cervello: «Che cosa mi dici sogghignando, tu, vuoto teschio? Che il tuo cervello, al pari del mio, un tempo cercò confuso il lieve giorno e, aspirando alla verità, errò misero e greve nel buio.»

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Uomini contro – 19 – Il Romanticismo fu quell’immenso, straordinario movimento artistico e culturale che scosse gli animi degli europei “colti” nel tempo in cui la Rivoluzione Francese scuoteva i popoli, ma su ben altre basi di pensiero. Quest’ultima infatti impresse alla società una potente spinta progressista (giunse a divinizzare la Ragione), mentre il Romanticismo fece appello alle facoltà irrazionali dell’uomo. «La prima soluzione delle antinomie, (spirito e natura, malinconia e felicità ecc., n.d.a.) la prima evasione dal limite è cercata dai Romantici nel mondo del “sentimento” …» (M. Puppo, Il Romanticismo) Il richiamo al “sentimento” anziché alla “ragione” è assai importante: nessuno ha mai deturpato il mondo della natura con l’uso del sentimento. Solo la ragione, frutto perverso dell’abnorme evoluzione subìta dal nostro cervello, è la responsabile dei danni inferti all’ecosfera a causa della nostra trasformazione in cellule cancerogene del pianeta Terra. Il richiamo ai valori del sentimento da parte dei Romantici fu un tentativo (che non ebbe successo) di bloccare l’avanzata del cancro del pianeta, dando maggiore spazio ai moti dell’animo estranei al razionalismo.

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Uomini contro – 20 – A proposito di Søren Kierkegaard: «Se si dovessero formulare in poche parole i pensieri più reconditi di Kierkegaard, occorrerebbe dire: la più grande sventura dell’uomo è l’incondizionata fiducia nella ragione e nel pensiero razionale, e il principio della filosofia non è la meraviglia, come ritenevano gli antichi, ma la disperazione. In tutte le sue opere ripete in mille modi: il compito della filosofia è quello di divincolarsi dal dominio del pensiero razionale e trovare in sé l’audacia … di cercare la verità in ciò che tutti sono abituati a considerare paradosso e assurdo.» (L. Šestov, Speculazione e Rivelazione, 2011, Bompiani, Milano, p. 561)

Sîren Kierkegaard

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